Il progetto offre l’opportunità di scrivere una nuova storia dell’edilizia giudiziaria contemporanea affrontando l’ambizioso obbiettivo di tradurre il ruolo della Giustizia in Architettura tramite l’uso sapiente della luce, dei materiali e del rapporto con il particolare genius loci di questo frammento della città di Catania. I tribunali italiani si impongono nella città per la riconoscibilità e autorevolezza tipica dell’architettura degli anni ’30 che fece della monumentalità il proprio simbolo.

L’iter progettuale ha portato alla definizione di una composizione di volumi compatti di diverse dimensioni, governata dall’equilibrio tra pieni e vuoti. Questa scelta è conseguente alla volontà di instaurare una stretta correlazione con il contesto urbano, generare la più efficiente funzionalità programmatica, introdurre la luce naturale all’interno degli spazi di lavoro e dare visibilità verso l’esterno a tutti gli spazi di lavoro.

Il rapporto con il luogo avviene su più fronti, da un lato la città e dall’altro il mare. L’edificio svolge la funzione di ‘tramite’, di limite trasparente tra la comunità e il paesaggio.